Critiche - Artesokkè

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Salerno: Reggimento “Guide”, verso Anniversario Battaglia di Custoza, pregevole tela di Sparla e Niviano
 

Giuseppe Sparla e Sandra Niviano “L’inizio della carica Delle Guide agli ordini del Colonnello Giacomo Filippo Spinola (IV Comandante) – olio su tela cm 280 x 450
È sempre esistita una consolidata analogia di sentimento e reciprocità di forme e contenuti che pervadono sia l’arte che la storia: due linguaggi del sentire dell’uomo, unico e privilegiato punto di approdo e di partenza; due modi di testimoniare una visione; due mondi silenziosi, a volte remoti, spesso solitari, dove la vita e le emozioni vengono illuminate e mostrate in tutta la loro potenza, estensione visiva e intensità.
I personaggi della storia vivono e si muovono in un mondo, raccontato con dati e testimonianze che lo storico ci consegna con rigore scientifico, dove non sono bandite sofferenza, colpa o morte ma, semmai vengono spiegate e comprese. Quando la storia con i suoi protagonisti viene rappresentata per mano di un artista, il tutto subisce una sorta di trasposizione: il linguaggio cambia, le parole diventano immagini. I sentimenti, da raccontati, si manifestano con forza visiva, come una sorta di tautologia ferrea: la potenza lessicale della storia viene definita, strutturata nell’arte. La parola e l’immagine sono autonome ma, tra di loro, mai impermeabili. Entrambe racchiudono, con i loro svariati parallelismi e preziose connessioni, il senso di un’emozione, entrambe sono capaci di trarre visioni anche dagli abissi più oscuri dell’anima, riscoprendosi frammenti d’un medesimo mondo, stupendosi di come l’effetto che i segni e i colori producono possano essere oggettivati nella storia con la scrittura.
L’opera realizzata dalla coppia Sparla e Niviano, che stasera viene presentata, nei suoi canoni espressivi, ha la forza di rigenerare tutte le impressioni visive dell’impresa storica nella sua straordinaria complessità, sviluppando una profondità e un incanto simile a quello che la storia scritta ci racconta. È sempre esistita una consolidata analogia di sentimento e reciprocità di forme e contenuti che pervadono sia l’arte che la scrittura: due linguaggi del sentire dell’uomo, unico e privilegiato punto di approdo e di partenza; due modi di testimoniare una visione; due mondi silenziosi, a volte remoti, spesso solitari, dove la vita e le emozioni vengono illuminate e mostrate in tutta la loro potenza, estensione visiva e intensità. Nell’opera di Sparla e Niviano emerge il protagonismo dell’uomo, degli uomini, del Marchese Giacomo Spinola e delle Guide, fulcro di un’energia possente, che è in sé la base compatta di elementi gloriosi, umani e rudi, che, se scomposti, assumono pulsioni diverse, prima di fondersi nell’insieme possente e palpabile. L’impresa dei nostri artisti, nell’insieme estremamente coraggiosa, rappresenta guerrieri, che quasi non contemplano debolezze, in ricerca, fieri, e per questo degni di redenzione, come se fossero giganti nati dal contatto di divinità, esseri privilegiati che, pur essendo uomini, mantengono indelebile l’impronta di passati spiriti. Francesco Petrarca cantava Vertú contra furore, prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto:ché l'antiquo valore ne gli italici cor' non è anchor morto. Al di là dell’impianto ben concepito, attraverso lo studio dei maestri del 500 e della pittura di battaglia, risulta efficace anche la scelta tecnica della grisaglia, che i nostri, grazie alla competenza acquisita dal maestro Filippo Cacace, già allievo del grande Riccardo Tommasi Ferroni, padroneggiano con estrema perizia. Le velature eseguite con colori a olio MUSSINI, colori utilizzati nella tradizione della scuola di pittura italiana, prendono il nome dal professor Cesare Mussini che, adottando le ricette lungamente sperimentate dagli antichi maestri, inizia a produrre questi colori a base di olio e resina naturale. Per la loro produzione vengono utilizzati nella più alta concentrazione possibile, principalmente i pigmenti tradizionali, ai quali si aggiungono una serie di pigmenti sviluppati recentemente. Le speciali composizioni di pigmenti, unite con i leganti tradizionali (quali olio di noce, olio di cartamo, olio di papavero e olio di girasole) e con soluzioni di resina naturale damar sperimentate e testate, conferiscono a questi colori estrema brillantezza e purezza, migliorandone le proprietà di rifrazione della luce, e aumentandone la durevolezza. L'eccezionale luminosità e l'elevata resistenza alla luce delle singole tonalità, così come la consistenza pastosa dei colori offrono eccellenti risultati, come nel caso del nostro dipinto, tant’è che la scelta di queste velature dà maggiore potenza espressiva e intensità nell’organizzata anatomia umana, mettendo in evidenza non solo i personaggi in prima linea, ma anche e soprattutto i particolari: le divise d’epoca, la bandiera, i copricapo, i colbacchi, le borsette porta messaggi ovvero le Sabretache.
Sparla e Niviano, coppia nella vita e coppia nell’arte, credo che in questo lavoro abbiano espresso il meglio del loro portato artistico: una pittura dal segno forte, con valori estetici e simbolici ben definiti, una pittura che, al tempo stesso, impressiona e racconta visivamente l’uomo e lo fa con un linguaggio attuale, carico di una densa storicità. Una pittura che, per la tecnica indubbiamente raffinata, si presenta come pittura-pittura, al limite dell’anacronismo, o ancora, della pittura senza tempo.
Gli artisti credo che nel realizzare questa opera magistrale, al di là della loro vena creativa, si saranno sicuramente informati al genere pittorico della Battaglia, genere con scarsa cittadinanza nell’arte contemporanea, ma che nella storia dell’arte ha scritto nei secoli, fino a tutto l’Ottocento, pagine gloriose.
Sul genere sono stati scritti saggi interessantissimi: Federico Zeri La battaglia nella pittura del XVII e XVIII secolo nel 1996, Giancarlo Sestieri I battaglisti. La pittura di battaglia dal XVI al XVIII secolo. Il tema del fatto d’armi, della mischia, del corpo a corpo, sia tra fanti che cavalieri, non era ovviamente ignoto alla pittura italiana precedente: è in effetti molto lungo e numeroso l’elenco dei dipinti di Battaglie realizzati a partire dal XIV secolo in poi in tutta la nostra penisola.  
Certo è che Sparla e Niviano con questo lavoro hanno vinto una scommessa con il contemporaneo, in quanto, così come ama ripetere il mio amico Vittorio Sgarbi, l’arte se è arte è sempre contemporanea.

Dott. Ferdinando CRETA

8^ CONCORSO DI PITTURA ESTEMPORANEA A SERRADARCE DI CAMPAGNA 08/08/2004
CRITICA DELL ASSEGNAZIONE DEL 2^ PREMIO ASSEGNATO DALLA GIURIA:
- Prof. Artista Nino AIELLO;
- Prof. Artista Luigi FRANZESE:
- Arch. Critico d Arte Santino CAMPAGNA,
- Arch. Artista Gerardo MARZULLO.
(La composizione del paesaggio ben accosta il verde delle coltivazioni e la natura delle montagne in lontananza.
i colori nel complesso definiscono l'atmosfera del paesaggio dell'estate di Serradarce.)

ELOGIO




GIUSEPPE SPARLA
REALTÀ, MEMORIA, IMMAGINE

Le scelte di rappresentazione che ognuno di noi compie sono sempre riferite ad un  preciso momento della nostra esistenza o di quello che più precisamente noi definiamo come vissuto.
Queste diventano immagini, ricordi, storie che ci portiamo dentro la nostra memoria e che si manifestano come segnali importanti della nostra esistenza;  allora tutto diventa un viaggio dentro un percorso del nostro essere dove ognuno elabora e sviluppa quelle conoscenze emotive che si sono sedimentate dentro la nostra memoria.
La ricerca di Giuseppe Sparla vive dentro questo preciso vissuto e la pittura diventa occasione per ricostruire momenti di immagini che hanno colpito, o forse determinato, un momento particolare della propria storia e di un tracciato particolare in cui le immagini si vengono a definire ma che molte volte si sovrappongono.
Il lavoro di Giuseppe Sparla si svolge attraverso le simbologie delle immagini che partendo da una realtà si trasformano fino a diventare nuove significazioni e come estrapolare da un album delle memorie figure che vengono collocate in diverse realtà simbologiche: volti dolcissimi di donne che contrastano con l'ambiente circostante che è uno scenario di guerra.
Questo contrasto ci fa comprendere come la presenza di un soldato di pace possa percepire una realtà a volte nascosta ma anche problematica agli occhi diversi di una cultura e di un'approssimazione alla vita molto diverse e a volte contrastante.
I racconti sulla tela di Giuseppe Sparla si pongono in una dimensione di assoluta sublimazione dell'immagine tanto da superare quei confini restrittivi delle culture sia essa occidentale che orientale.
Una forma di sguardo da lontano che però vive in una nuova realtà che è quella della memoria.
Figure, immagini, paesaggi che scavano dentro quella necessità di scoprire più lo stato emotivo che non quello apparente dell'immagine; infatti la ricerca di Sparla tende ad esaltare la purezza e l'armonia dove il soggetto vive in una contestualità del paesaggio.
Quello di Giuseppe Sparla non è semplicemente un racconto ma resta invece una sollecitazione culturale in quanto ci vuole fare incontrare civiltà e paesaggi così lontani ma anche tanto vicini a noi; infatti per Sparla quello che conta è la dimensione della pittura e del colore che segnano la strada della visione che si fa più chiara e morbida, la luce diventa più limpida e le ombre più lievi nella loro sostanza tonale.
Le opere di Sparla vivono dentro la determinazione del proprio intimismo e si racchiudono dentro quel cerchio magico che solo la narrazione può ampliare e farci comprendere sostanze diverse e realtà metaforiche come in un racconto fiabesco dove la conoscenza è legata essenzialmente al racconto narrato e dove poi ognuno elabora un suo percorso, tracciando un viaggio verso spazi e culture, ma anche dimensioni, dove solo la nostra mente può indicare il suo vero senso dell'esistere.
La pittura di Giuseppe Sparla ci porta in una dimensione onirica, dove il sogno si coniuga con la realtà diventando un elemento indistinto e forse più reale della stessa.
realtà: visioni che si intrecciano con sguardi che penetrano dentro lo spettatore tentando di costruire un dialogo per comunicare le proprie paure ma anche la propria dignità di uomo.
Un viaggio dunque che ha visto le atrocità della guerra ma che ci ha fatto scoprire la dolcezza della vita e della cultura così diversa dalla nostra ma che soffre essenzialmente della libertà negata.
Nicola SCONTRINO


PROF. CRIT. LUIGI CRESCIBENE

Pittore e scultore che, nelle sue sculture, è come se ascoltasse preminentemente le tante voci della natura con un ammirevole capacità di cogliere il bello nelle sue molteplici e frastagliate comunicazioni naturali.
Ed anche le sue creazioni, che , spesso, rappresentano una realtà che va al di là di quella meramente oggettiva, sono cariche di suggestioni e partecipi di un linguaggio ora chiaro, ora riluttante, pudico e reticente, ma di annodante impatto fruitivi.
Anche Sparla partecipa in modo intimo trapunto e scheggiato di fini risonanze che cercano ed ottengono le possibilità di farsi spazio.

Prof.Crit. Luigi CRESCIBENE

CRIT. PACIFICO TOPA

Giuseppe Sparla ha l'arte nel sangue, con spiccate versalità pittoriche è riuscito a superare il non facile muro dell'anonimato, dedicandosi all'arte che gli consente di raggiungere un buon grado di perfezionismo.
I suoi lavori, cromaticamente apprezzabili per il delicato e saggio uso della tavolozza, ostentano verismo e piena corrispondenza con tema proposto.
Nella vastità del suo orizzonte creativo SPARLA trova sempre la giusta misura rappresentativa curata nei minimi particolari.
Figura e nature morte sono dipinti che egli predilige ed esegue con tanta attenzione e maestria.
Il successo gli è stato decretato dalle numerosi collettive e personali a cui ha partecipato, ottenendo consensi.
Sue opere figurano nelle collezioni private ed è questo forse il miglior riconoscimento a cui può aspirare un artista.
La delicatezza del tratto, la perfezione prospettica, impreziosiscono i suoi lavori.
Crit. Pacifico TOPA


CRITICA PROF. Giuseppe CALELLA DI MARTINA FRANCA (TA)

Tra le tante funzioni dell'arte c'è quella narrativa, Sin dalle caverne affrescate nella preistoria, l'uomo ha voluto raccontare, fissare delle impressioni, stigmatizzare degli eventi.
Nell'arte di tutti i popoli ritroviamo scene di battaglia.
Un esempio fra tutti la celebre colonna Traina a Roma, quasi che un reporter, al seguito delle legioni romane, fissasse nel marmo, come un film il documentario di una conquista.
La guerra accompagna da sempre l'esperienza umana, ne denota la fragilità e l'incomunicabilità tra gli uomini e ancora oggi resta fonte di opposte emozioni.
Giuseppe SPARLA è un militare di professione, eppure la Guerra non la percepisce dal punti di vista bellico, ma da quella dimensione del cuore che lo porta a farsi vicino alle popolazioni in lotta.
Nei suoi dipinti colpisce il senso dell'uomo, della sua impotenza di fronte ad un evento così drammatico come è un conflitto, è l'uomo in se stesso che emerge, è l'uomo in se stesso che emerge, è l'uomo indifeso contro la violenza, la vittima principale di se stesso, dei suoi stessi desideri che lo portano a sopraffare l'altro, il suo stesso simile.
C'è una cosa che colpisce a prima vista e dipinti di Giuseppe SPARLA: gli occhi che qui rivelano veramente l'abisso dell'animo, con le tante paure, angosce e timori per un futuro incerto.
Una malinconia avvolge i bambini che si fanno scudo a vicenda contro un mondo ostile e sui loro volti qualcuno ha cancellato per sempre l'età dei giochi e dell'innocenza.
E' la sua una pittura che non tende a divagare, proprio per concentrare la sua attenzione e concentrazione sull'oggetto, Si tinge di vigore per non lasciarsi deviare da alcunché.
L'immagine per prigioniera del segno e nel segno circoscritto, si imprime di forza espressiva dovuta al patos, alla suggestione profonda di chi in quel contesto c'è stato ed è stato artefice in un certo qual modo dell'evento descritto.
E' la pittura di SPARLA qualcosa di lontano dal fluire dei colori sulla tela; al contrario, la forza è data dal caricare volutamente alcune tinte che meglio riescono a rappresentare la sensazione dell'animo, proprio quella che si intende partecipare al fruitore dell'opera.
Tutto l'impianto poggia sulla veridicità della rappresentazione. Un dipinto resta sempre un "documento" ripresentato dal sentimento e, per essere di valore, deve restare attendibile.

CRITICA PROF. Giuseppe CALELLA DI MARTINA FRANCA (TA)













Created by marzio sparla
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